Cantina Italo Cescon: saggi e innovativi custodi del territorio vitivinicolo del Piave
indietro"Italo Cescon" è quel tipo di azienda vitivinicola a conduzione familiare che mi piace moltissimo visitare: la viticoltura, la vinificazione, la profonda conoscenza e il massimo rispetto del territorio sono nel sangue, nel cuore, nella mente dei proprietari, i tre fratelli Gloria, Graziella e Domenico Cescon, e diventano loro ragione di vita.
Quando ho visto gli occhi di Graziella Cescon brillare pieni di emozione quando mi ha raccontato il momento in cui ha ricevuto inaspettatamente la notizia che il loro Manzoni bianco "Madre" 2017 era stato premiato con i "3 Bicchieri" dal Gambero Rosso, mi sono sentita anch'io piena di gioia e orgoglio! Nel corso dei decenni l'azienda vinicola è cresciuta a pieno ritmo e oggi conta 120 ettari di vigneti: 80 ettari nel Veneto sud-orientale (di cui circa 20 ha di proprietà), 15 ettari in Friuli Venezia Giulia e 15 ettari sulle colline di Valdobbiadene.
Prima di aver fatto una visita nel loro vigneto di Fagarè della Battaglia a pochi chilometri dalla città di Treviso, trattato a regime biologico, abbiamo degustato insieme i seguenti vini:
Pinot Grigio Delle Venezie D.O.C. 2020 Fermentazione con lieviti selezionati per 15 giorni. Maturazione: 5-6 mesi a contatto con le fecce; 3 mesi in bottiglia dopo la filtrazione. Grande Pinot Grigio dal carattere forte e dall'impressionante sapidità che rende intriganti le sue note fruttate di limone, pera, mela verde.
TesiRare, Pinot Grigio "GrigioRamato", 2018. Certificato biologico. Macerazione sulla buccia delle grepes e fermentazione spontanea in anfora per 20 20 giorni. La maturazione avviene in parte in anfore e in parte in tonneaux di secondo passaggio. Invecchiamento in bottiglia di minimo 12 mesi prima del lancio sul mercato. Certificato biologico. Seducente, autentico, non convenzionale.
L'ho assaggiato sia durante la mia visita in cantina, sia in seguito privatamente dopo aver acquistato la bottiglia.
Al naso e al palato è complesso e, soprattutto al palato, un po' chiuso all'apertura della bottiglia. Il giorno dopo l'apertura personalmente l'ho trovato perfettamente equilibrato rivelando così pienamente i suoi aromi e sapori. Scorza di mandarino essiccata, albicocca disidratata, mallo di mandorla, resina, sentori di menta ed erbe selvatiche essiccate, accenni di pera cotta. Note affumicate e grande sapidità rendono il vino seducente. Acidità spiccata e agrumata, corpo pieno e deciso con accenni di tannino. Finale con buona persistenza, minerale e sapido con ultimi accenni di scorza di mandarino essiccata che ritornano.
Manzoni Bianco "Madre" Veneto I.G.T. 2017. Da uve Manzoni Bianco 6.0.13 autoctone del territorio, in quanto questo . Fermentazione in cemento per essere poi completata in botti di legno. Non filtrato. Certificato biologico. Maturazione in bottiglia per almeno 1 anno prima di essere immesso nel mercato. Elegante, ricco, fresco, aromi e sapori intensi di cedro e buccia di limone essiccata, pesca gialla, melone, acacia, erbe selvatiche, note minerali.
Rompicapo Merlot Tulipe 2019. Fermentazione spontanea in cemento non smaltato per 25 giorni. Maturazione in tonneaux per 6 mesi. Certificato biologico. Vellutato, elegante, gentile al palato. Ciliegia nera, prugna, lampone maturo, spezie dolci come il sandalo, note minerali, finale con alcune note sapide.
In seguito a casa ho assaggiato il “Rabiá” Raboso Del Piave DOC Riserva - 2011. “Dal carattere austero e robusto, la saggezza è la sua grande virtù. Chi non si ferma all’apparenza e penetra la sua corazza ne scopre l’animo da eterno fanciullo”.
Non potevano esserci parole migliori di queste, incise sull’etichetta, per descrivere questo magnifico vino.
Il Raboso Piave è un vitigno autoctono a bacca nera dalle origini antichissime oggi coltivato nel Veneto Orientale, in particolare nella Provincia di Treviso.
Nel corso del Novecento la sua coltivazione andò sempre più diminuendo. Finalmente a metà degli Anni ’90, grazie alla volontà di sperimentare riscoprendo vitigni autoctoni quasi dimenticati, alcuni vignaioli del sud del Piave hanno introdotto nuovi sistemi di coltivazione dell’uva e ridotto la resa per ogni vite aumentando la coltivazione di Raboso e facendo vini di alta qualità.
Ma passiamo al vino! Da uve Raboso 100%. Vigneto a Navolè, provincia Treviso vicino al fiume Livenza. Terreno misto ghiaioso e argilloso. Resa per ettaro: 60 quintali. Vendemmia tardiva a fine ottobre.
In merito alla vinificazione, viene fatta una macerazione pre-fermentativa a freddo per 10 giorni. Seguono poi macerazione tradizionale e fermentazione alcolica e malolattica per 20 giorni a temperatura non oltre I 26°C in botti di rovere da 42 ettolitri. Affinamento per 24 mesi in botti di rovere, 12 mesi in barrique e 12 mesi in bottiglia.
Al naso e al palato ciliegia marasca, susine rosse mature, ribes nero maturo, sentori di violetta, sentori di menta essiccata, cioccolato fondente, sandalo, liquirizia, sentori di sottobosco, vaniglia. Sorprendente acidità spiccata e vivace dopo dieci dalla vendemmia. Tannino medio vellutato e perfettamente integrato nella struttura di buon corpo del vino data. Finale lungo e persistente, con sentori sapidi che contrastano la pacata sensazione morbida e avvolgente.
Facile abbinarlo a tavola: perfetto con selvaggina arrosto, stufati di manzo, formaggi saporiti e stagionati, pasta all’uovo con ragù di carne. Io l’ho apprezzato anche con uno sformato di melanzane grigliate, salsa di pomodoro e basilico, ricotta salata e abbondanti scaglie di pecorino stagionato siciliano.
Sito web per saperne di più: https://www.cesconitalo.it