9 vini da uve Grillo di Camporeale, zona nord ovest della Sicilia, tutti da scoprire

indietro
Pubblicato il 2022-10-04

DEGUSTAZIONE DI NOVE VINI GRILLO DEL NORD-OVEST DELLA SICILIA durante la giornata B2B dell'evento vitivinicolo ed enogastronomico "Camporeale Days". Una giornata full-immersion dedicata alla scoperta dei produttori di vino, degli agricoltori e dei produttori di cibo della zona di CAMPOREALE (provincia di Palermo). Questa zona è eccellente per la viticoltura (e l'agricoltura in generale), in cui i vitigni crescono su colline idilliache fino a 600 m s.l.m.: ciò garantisce esposizioni e altitudini diverse, venti asciutti e freschi che soffiano costantemente, elevate escursioni termiche tra giorno e notte che contribuiscono ad aumentare l'acidità e a sviluppare con lentezza e trattenere gli aromi, uve sane e a basso o nullo rischio di malattie fungine. Camporeale è uno dei comuni inclusi nella denominazione di origine controllata Monreale .

9 vini da uve Grillo di Camporeale, zona nord ovest della Sicilia, tutti da scoprire - paesaggio

La zona geografica di produzione delle uve della D.O.C. di Monreale comprende gran parte del territorio del comune di Monreale in provincia di Palermo e inoltre i comuni di Piana degli Albanesi, Camporeale come suddetto, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Corleone e Roccamena.

Tale comprensorio fa parte di quello che era un tempo il potentissimo Arcivescovado di Monreale, costituitosi sotto il periodo normanno, con enormi estensioni di terreni e possedimenti, che spiega l’attuale cospicua estensione del comune di Monreale, ben più esteso della maggior parte dei comuni siciliani.

Il Tabulario di S. Maria la Nuova di Monreale, conserva tutti gli atti originali della concessione di privilegi e delle donazioni, dall’epoca dei normanni sino al medioevo, invece l’Archivio storico diocesano di Monreale riguarda gli ultimi cinque secoli di gestione della diocesi. Da questi importanti archivi si evincono tutta una serie di informazioni che testimoniano quanto la viticoltura fosse diffusa nel territorio e come sia la coltivazione della vite che la vinificazione delle uve, la produzione, il commercio, il trasporto ed il consumo stesso del vino fossero regolati da una serie di disposizioni, norme e dazi, minuziosamente descritti e normati in tali atti.

AFFASCINANTE STORIA E CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE DEL VITIGNO GRILLO

Studi genetici hanno dimostrato che il Grillo è un incrocio tra il Catarratto Bianco e lo Zibibbo , il nome siciliano del Moscato d'Alessandria (Manuel Di Vecchi Staraz et al., 2007). La nascita del vitigno Grillo, datata 1874, è stata scritta a mano dall'agronomo e ampelografo Barone Antonio Mendola (Favara, provincia di Agrigento, Sicilia meridionale, 1828-1908): "È un incrocio tra Catarratto bianco concimato artificialmente con Zibibbo durante l'annata 1869 nel mio vigneto "Piana dei Peri" presso Favara (provincia di Agrigento).... Ho avuto il piacere di assaggiare i suoi primi grappoli nell'autunno del 1874. Questa vite è un omaggio al geniale ingegnere G.B. Cerletti, direttore dell'Istituto di Enologia di Gattinara". Come agronomo e ampelografo, il barone Mendola realizzò più di 3000 innesti di vite, creando ibridi molto interessanti; utilizzò lo zolfo per il trattamento dell'oidio e si impegnò a fondo per risolvere la piaga della fillossera.

Dopo la distruttiva epidemia di fillossera alla fine del XIX secolo, le uve Catarratto, che si erano dimostrate meno produttive nella zona di Marsala, nella Sicilia occidentale, furono parzialmente sostituite dalle viti Grillo. Di conseguenza, il vitigno Grillo assunse una presenza e un'importanza sempre più significativa nella viticoltura siciliana e in particolare nella provincia di Trapani. Paulsen (1909) analizzò il comportamento della vite Grillo innestata su diversi portainnesti, la considerò una varietà preziosa e importante per la zona di Marsala e riferì che era coltivata nelle province di Trapani e Messina. Murania (1911) la cita tra le varietà coltivate nelle campagne intorno a Castelvetrano (Sicilia sud-occidentale). Nella relazione del Ministero italiano (1923) sulle "Notizie e studi sui vini italiani", il Grillo viene segnalato come ampiamente coltivato nelle zone intorno a Trapani e Girgenti (antico nome della città di Agrigento).

Negli studi più recenti sono stati individuati essenzialmente due biotipi (cloni delle uve Grillo, denominati A e B, che presentano differenze sostanziali.

Un clone tende ad avere un Ph più basso e quindi un'acidità più elevata, più simile a un Sauvignon Blanc con un bouquet agrumato e floreale più pronunciato. L'altro biotipo è più potente e produce vini con maggior alcol potenziale, ha sentori di frutta più matura e aromi dolci e speziati, molto adatto alla produzione di vini fortificati come il Marsala.

Questo spiegherebbe la sua incredibile versatilità.

9 vini da uve Grillo di Camporeale, zona nord ovest della Sicilia, tutti da scoprire - calici

È molto resistente alla siccità (e l'annata 2021 è stata caratterizzata da siccità e temperature elevate durante la primavera e l'estate). La caratteristica principale del vino Grillo è quella di raggiungere potenzialmente un'alta concentrazione zuccherina mantenendo nel complesso un pH relativamente basso, una combinazione spesso riscontrata in uve capaci di produrre vini longevi e di alta qualità.

Ecco i nove vini da Grillo in purezza, tutti dell'annata 2021 , provenienti dall'areale di Camporeale che abbiamo degustato durante la masterclass condotta dal preparatissimo e garbato giornalista enogastronomico Aldo Fiordelli. Cercali e provali anche tu!

9 vini da uve Grillo di Camporeale, zona nord ovest della Sicilia, tutti da scoprire - cover
9 vini da uve Grillo di Camporeale, zona nord ovest della Sicilia, tutti da scoprire - aldo fiordelli